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Aspettando le Olimpiadi

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L'attesa è quasi finita, ma a pochi mesi dall'assegnazione delle medaglie non sembra esserci stata nessuna evoluzione indotta nei materiali

Ormai siamo alle porte dei Giochi Olimpici Invernali di Milano-Cortina. Una tappa storica per lo scialpinismo, con l’ingresso ufficiale tra gli sport a cinque cerchi e l’assegnazione di tre medaglie. Eppure, a guardare allo stato di salute del segmento e all’evoluzione dei materiali, non sembrerebbe. Oltre al malumore degli atleti più trad (abbiamo ancora tutti negli occhi il gesto plateale di un mito dello skimo race come William Bon Mardion, rifiutatosi di partire in una gara di Coppa del Mondo per protesta contro l’artificializzazione di uno sport che è nato nella natura selvaggia) che sono in buona parte esclusi dal treno olimpico non solo per ragioni anagrafiche, ma anche per l’assegnazione di medaglie che hanno poco a vedere con la storia e la tradizione dello scialpinismo, ci sono i numeri del movimento che non crescono. Le notturne sono sempre di meno e anche il circuito La Grande Course non registra più il tutto esaurito. Due discipline veloci come la sprint e la staffetta mista rischiano di attirare atleti da altri sport (sci nordico...) a coprire qualche posto nell’élite (e magari riservando qualche sorpresa), ma non fanno da traino per la base della piramide. E non hanno portato a uno sviluppo dei materiali. Sviluppo che forse potrebbe arrivare con la conferma dello skialp come sport olimpico alle Olimpiadi francesi del 2030.

«Due discipline veloci come la sprint e la staffetta mista rischiano di attirare atleti da altri sport (sci nordico...) a coprire qualche posto nell’élite (e magari riservando qualche sorpresa), ma non fanno da traino per la base della piramide»

Lo scrivevamo già l’anno scorso, quando l’unica novità era uno scarpone non full carbon, quindi non adatto all’altissimo livello olimpico e lo confermiamo quest’anno, quando l’unica novità è sempre nel mondo dei non full carbon. Negli sci qualche novità targata Fischer e Ski Trab, che ha lanciato proprio nelle scorse settimane gli attrezzi olimpici, ma si tratta di modifiche di immagine piuttosto che nella struttura e nello shape dei prodotti. Gli unici costruttori che hanno più di uno sci in catalogo, con prodotti specifici per diverse specialità, sono due: Atomic e Ski Trab. Anche nelle tessilfoca c’è solo Pomoca a offrire prodotti per ogni specialità, o quasi.

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