Sci, scarponi e attacchi Race
Evolversi per sopravvivere
- Autore: Claudio Primavesi
- Fotografo: Pierre Lucianaz
L’avvento dell’era Olimpica porterà una sempre maggiore specializzazione e polarizzazione tra discipline a cinque cerchi e grandi classiche. Tra atleti élite e appassionati. Però le pochissime novità riguardano solo la fetta meno prestazionale e l’ultima evoluzione è stata indotta dal regolamento e non dal calendario.
Stratos VI, della scorsa stagione, è un aggiornamento di Stratos V, Alien 4.0 è del 2021. Uno degli attrezzi più diffusi, non solo tra gli élite, Pierra Menta, ha subito qualche restyling, qualche sostituzione di laminati (anche per indisponibilità delle materie negli anni della pandemia), ma nella sostanza è lo stesso da quando viene testato in questa guida. Le ultime vere novità sono firmate Ski Trab, che è anche il costruttore più specializzato e con il catalogo gara più ampio. La stessa integrazione dello ski brake nell’attacco ha richiesto deroghe e tempi di reazione e ora è un processo maturo, con tutti i marchi che hanno una proposta a norma. Eppure il mondo delle gare è cambiato tanto. Il vocio confuso delle centinaia di appassionati che tre-quattro sere a settimana si sfidavano nei vertical notturni si è trasformato in silenzio assordante. I circuiti sono stati spazzati via. Lo stesso ambiente La Grande Course non fa più il tutto esaurito. Qualcuno è andato per età, parafrasando Guccini. Qualcuno perché stufo di prendere mazzate ogni settimana dai soliti animali da podio, nonostante albe e vomito per allenarsi duramente. Così ha portato la sua voglia di sfida nella montagna aperta, diventando un cultore del fast & light. Fatto sta che i numeri si sono ridotti molto.
Specializzazione o polivalenza?
La prospettiva olimpica ha trasformato lo skimo race. Sempre più sprint e staffette, individual meno selvagge e naturali, con percorsi più corti e dislivelli minori. La prospettiva di una medaglia ha reso ancora più competitiva la scena. È aumentata la specializzazione. Sono arrivati atleti da Paesi senza tradizione. E iniziano anche a vincere. Gli atleti polivalenti si contano sulle dita di una mano. Non sono spariti, ma sono sempre meno. Eppure questa specializzazione non ha ancora prodotto un’evoluzione nei materiali. Lo scarpone per la Pierra Menta è lo stesso per la sprint olimpica. Lo sci per il Tour du Rutor, quello della staffetta mista. Al limite si può adattare quello per il vertical all’utilizzo per un evento più veloce e nervoso, dove le discese sono corte e in pista. Ma quanti sono gli attrezzi specifici da vertical? E in ogni caso esistevano già. Fino a qualche tempo fa aleggiava sul settore il dubbio che le medaglie olimpiche fossero una chimera, ma ora i ben informati giurano che lo skimo farà lo stesso percorso dell’arrampicata sportiva e sarà presente anche oltre l’orizzonte di Milano-Cortina, magari con una disciplina in più. Però, a oggi, le uniche novità sono negli scarponi ibridi carbonio-plastica, quelli meno competitivi e meno specialistici. Non certo per vincere una medaglia a Bormio. E proprio gli appassionati del vero scialpinismo, quello nato dai rally e poi diventato Mezzalama, Adamello Ski Raid e Pierra Menta, che potrebbero ambire a queste novità, sono sempre più l’altro polo del mondo agonistico. Non ambiscono a una medaglia, sono in calo, ma rappresentano una fetta più ampia e interessante per il business.
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