Sci Free
Larghi, solidi ma non troppo pesanti
- Autore: Niccolò Zarattini
- Fotografo: Alberto StortiGiovanni Danieli
L’evoluzione dei materiali e dei trend dell’ultimo periodo ha portato a una crescente confusione all’interno delle categorie: ci sono sci larghi che rientrano ancora nel mondo del tour, altri più stretti ma che hanno struttura e peso da freeride.
La linea che separa i mondi pare sottile, talvolta si interseca, prendendo un po’ da una categoria, un po’ dall’altra. L’influenza del touring sta portando il freerider a una scelta più consapevole riguardo al peso da portarsi appresso, mentre dall’altra anche chi scia con materiali light esige attrezzi sciabili e performanti come quelli da freeride. Il free a propria volta attinge direttamente dai progetti dello sci alpino per assicurare flex e pop elevati. Il modello centrale nelle collezioni freeride è il medio fat, il 130 al centro è stato una meteora di entusiasmo più che una necessità, ma la tendenza degli ultimi anni è di non esagerare con la larghezza.
Quest’anno partiamo dai 100 millimetri al centro con attrezzi mediamente strutturati che si prestano a diverse possibilità di montaggio. La scelta della lunghezza, dell’attacco montato e perfino dello scarpone può incidere fortemente sulla resa delle aste. Il sistema deve essere sempre il più possibile equilibrato. Il galleggiamento è importante, così come la portanza, fattori che non possono sussistere senza un’adeguata struttura e rigidità torsionale. Ecco quindi che la Paulownia non è il solo legno utilizzato nell’anima, leggero ma poco reattivo per le sollecitazioni del segmento. Di solito viene accoppiato soprattutto al Pioppo, al Faggio, al Frassino e al Carrubo, legni che hanno capacità meccaniche e pesi superiori. Resta ancora una buona porzione di aziende che impiega il titanal, via via in abbandono anche a causa dell’elevato impatto ambientale. Tra i laminati aggiuntivi e gli shock absorber poi le variabili aumentano: kevlar, lino, gomma, fibra di vetro, carbonio, aramide, ora anche bioalghe e bioresine di nuova generazione. La progettazione di sci da freeride è molto complessa. Non basta rilanciare al ribasso del peso. E nemmeno esagerare con la struttura o con il titanal. Per far quadrare l’ago della bilancia ci vogliono i giusti sviluppatori e delle idee chiare. Un compromesso, però, va sempre trovato. Come detto in passato, lo sci perfetto non esiste, c’è il polivalente che si difende bene ma c’è anche un tipo di shape ideale per ogni situazione.à
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