La maggior parte degli sci si colloca attorno a pesi simili (tra 1.300 e 1.500 grammi) e presenta comportamenti molto omogenei, puntando sulla facilità di utilizzo e sulla gestione di itinerari lunghi.
Attrezzi leggeri, intuitivi, perfetti per affrontare tanto dislivello senza mettere mai in difficoltà l’utente medio, anche con poche uscite l’anno. Il rovescio della medaglia è che, su nevi difficili o fondi compatti, oppure quando si vogliono fare due curve più decise in pista, questi sci mostrano i loro limiti: torsionalmente meno rigidi, tendono a galleggiare troppo e trasmettere poca sicurezza. Non mancano, però, esempi che stanno tracciando una rotta diversa. Modelli come il Salomon MTN 96 Carbon o il Faction Agent 2 si distinguono per una costruzione più solida e una maggiore polivalenza.

E ancora più emblematico è il caso del Black Diamond Impulse TI 98, un attrezzo che, al costo di qualche etto in più (1.790 grammi), si comporta bene anche in pista, proponendosi come one ski quiver. È il segnale di un possibile nuovo corso: diverse aziende stanno lavorando a sci più trasversali, capaci di affrontare sia lunghi dislivelli sia discese più tecniche o qualche giornata in pista. Il compromesso è accettare qualche grammo in più, ma il guadagno in stabilità e sicurezza è notevole.

Il feeling è che, nei prossimi anni, potremmo assistere all’emergere di una micro-categoria Tour Allround, destinata a quanti vanno in cerca di uno sci con più sostanza, capace di fare il suo dovere in qualsiasi terreno senza pretendere tecnica e preparazione fisica da pro.
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