DPS Carbon Pagoda Tour CFL 94
La storica gamma Pagoda, quella più votata allo scialpinismo della casa di Salt Lake City, si presenta completamente rinnovata nel 2024/25
- Autore: Claudio Primavesi
- Fotografo: Alice Russolo
Pagoda è da sempre la gamma DPS per il touring e nel 2024/25 si presenta completamente rinnovata. A partire dall’offerta, che prevede qualche modifica negli shape (il 106 mm viene sostituito dal 105). In rastrelliera ci sono il modello da 90 millimetri al centro, il 94, il 100, il 105 e il 112. Guardando più in profondità ci si accorge che i cambiamenti nella struttura sono rilevanti. La costruzione è simile a quella già sperimentata, con un doppio laminato a impacchettare l’anima in legno, ma ci sono due novità sostanziali: il carbonio è stato sostituito dal un composito in fibra di carbonio e di lino (CFL - Carbon Flex Laminate) e l’anima è in Paulownia. Viene abbandonato il sandwich Paulownia/Frassino/schiuma aerospaziale. Secondo quanto dichiara la casa, il nuovo laminato riduce la rigidità torsionale senza compromettere la reattività del carbonio e la durabilità dei materiali. L’introduzione dei nuovi modelli è stata anche l’occasione per rendere più sostenibile l’intera gamma, con impiego di resine in parte a matrice vegetale come pure i materiali utilizzati per il sidewall.
Rimane la tradizionale suddivisione DPS con la costruzione differenziata che scala ogni due modelli. Il 90, 100 e 112 hanno rocker accentuato (45% - contatto lamina 55%) e raggio di 15 metri, mentre 94 e 105 puntano su una costruzione più tradizionale anche se non identica, con il 94 ad avere il rocker minore (25/35%) e un raggio più ampio, rispettivamente di 17/19,5 e 18 metri. Con queste premesse, sono proprio gli ultimi due a candidarsi come one quiver della gamma, mentre, per motivi diversi, il 90, 100 e 112 tradiscono un’impostazione più specialistica. Abbiamo avuto l’opportunità di provare tutta la gamma a dicembre 2023 a Lech am Arlberg, in Austria, nelle condizioni migliori: subito dopo una nevicata, con quasi due metri di neve al suolo. Condizioni quasi… americane, anche se Pagoda è la gamma più europea del costruttore americano. I nostri teoremi si sono dimostrati abbastanza veritieri. Carbon Pagoda Tour CFL 94, in particolare, è l’attrezzo più poliedrico e probabilmente adatto alle nostre latitudini, anche se le versioni da 100 e da 105 mm, per motivi diversi, ci hanno piacevolmente sorpreso. Ecco perché concentriamo questo primo contatto sul 94, segnalando il carattere e le particolarità anche del fratello minore e dei due maggiori.
Marco Eydallin
Non c’è dubbio che la costruzione con un rocker non esagerato, unita a una larghezza contenuta ma non troppo giochi una parte importante nel feeling trasmesso dal nuovo Carbon Pagoda Tour CFL 94, nel solco della tradizione del modello. Il contatto lamina sul 65/75% della superficie garantisce un’adeguata presa di spigolo nelle diverse condizioni che si possono incontrare nella montagna aperta e anche i passaggi in pista non creano problemi, purché la superficie non sia troppo dura perché la struttura della punta e l’impostazione generale non prediligono fondi eccessivamente compatti. La sua morte è la neve fresca non troppo profonda (anche se va detto che la punta sta sempre fuori bene, senza richiedere arretramenti), ma guadagna punti anche nel rotto e, perché no, sulla neve primaverile. L’impostazione generale è take it easy and have fun, non complicarti la vita e divertiti. Anche in crosta passa con disinvoltura, ecco perché potrebbe essere lo sci per quasi tutte le situazioni e dislivelli anche importanti, grazie al peso non eccessivo. La relativa rigidità della struttura si trasforma presto in pastosità in sciata, lasciando sempre un margine di reattività data dal carbonio, ma smorzando quel nervosismo accentuato di alcune strutture full carbon e trasmettendo reazioni controllate. Ci si diverte su archi corti e medi, entra ed esce facile, conduce piacevolmente, anche allungando, a patto di non pigiare troppo sul pedale perché non è fatto per velocità troppo elevate. Per chi? Sciatori in evoluzione e intermedi, che lo sfrutteranno al massimo, non deluderà anche il livello più elevato alla ricerca di un attrezzo facile e non stancante per giornate no problem.
«La principale differenza con il fratello da 90 mm al centro è, più che nella larghezza stessa, nella costruzione. Il rocker di Carbon Pagoda Tour CFL 90 è piuttosto accentuato in relazione alla larghezza, fattore che lo rende molto facile da girare e intuitivo, soprattutto per gli entry level»
Carbon Pagoda Tour CFL 90 sembra quasi di girarlo con il pensiero. Il rovescio della medaglia è una punta sempre bella alta e poco contatto lamina che non aiuta su fondi duri o in pista e richiede un’impostazione ben centrale e velocità di crociera tranquille (in abbinata a curve strette). Se si rispettano queste premesse può essere anche un attrezzo divertente, sicuramente viene fuori il lato giocoso, come per tutta la gamma, che però rimane limitato a un campo più ristretto. Peso e dimensioni lo indicano anche per gite e dislivelli importanti e, a conti fatti, potrebbe essere il primo sci per andare fuori per sciatori fino al livello intermedio in arrivo dalla pista. Carbon Pagoda Tour CFL 100 è lo sci specifico per la giornata con le condizioni giuste: neve fresca, polverosa. Per divertirsi e giocare sempre con la montagna, anche nella boschina o su terreni mossi, dove è sempre reattivo il giusto, controllabile, divertente e gira facile grazie al raggio di 15 metri e alla facilità di cambiare arco di curva. Non è un attrezzo da big mountain, ma da esteti, per sciatori dall’entry level fino all’avanzato.
E Carbon Pagoda Tour CFL 105? Insieme a Carbon Pagoda Tour CFL 94 è quello che ci è piaciuto di più per la versatilità che in certe situazioni (leggi pista) è anche superiore al fratello minore. La costruzione è una via di mezzo tra 94 e 100, con un po’ meno rocker (40%) e raggi più ampi, come il 94, e appare ben riuscita, restituendo emozioni nelle linee in spazi aperti e concedendo anche più velocità degli altri Pagoda. Ama naturalmente la powder, ma non si scompone sul tritato, sulla neve primaverile o sui fondi duri (non troppo). Rispetto al 100 patisce di più, soprattutto per chi non ha una buona tecnica, sullo stretto (non in pista), dove richiede si saperci stare sopra. I suoi cavalieri sono soprattutto gli sciatori dal livello intermedio in su. E, come tutti i Pagoda, le punte sono sempre fuori, non richiedendo particolari adattamenti nella tecnica sciistica di chi arriva dalla pista.
Technical specifications
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