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L'evoluzione nei materiali in vista delle Olimpiadi

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Con le Olimpiadi, che assegneranno nei format veloci le prime medaglie della storia di questo sport, era inevitabile che l’ISMF, la federazione internazionale, investisse gran parte delle proprie risorse nelle specialità che saranno rappresentate a Milano-Cortina 2026, più precisamente in quel di Bormio, località culla dello scialpinismo. 

La stagione che sta per iniziare sarà infatti quella che, oltre ad archiviare la prima metà del quadriennio Olimpico, segnerà anche il sorpasso nel calendario di Coppa del Mondo delle gare Sprint ai danni di quelle Individual, competizioni che da sempre venivano considerate regine dello skialp. Ma al di della già significativa differenza di sei a quattro in favore delle prime, è impossibile non notare come anche il format delle individual stia evolvendo verso gare di un’ora o poco più, che si svolgono su porzioni di territorio sempre più concentrato, in modo da massimizzare la spettacolarità, sia dal vivo che in te- levisione, sul modello del ciclocross ormai considerato vincente da molti esperti di marketing e comunicazione sportiva. Nonostante ci siano ancora le gare de La Grande Course e qualche organizzazione fieramente old style a tenere vivo lo scialpinismo in montagna, la direzione delle competizioni per il prossimo futuro sembra ben delineata ed è lecito aspettarsi che tutto questo, oltre che sui numeri e sulle caratteristiche dei partecipanti o sul tipo di preparazione degli atleti, si rifletterà a breve anche sull’evoluzione dei materiali.

«Al pari di molti altri sport invernali, anche per lo scialpinismo la parola agonismo ormai significa livello in costante evoluzione verso l’alto e numeri sempre più piccoli come inevitabile conseguenza»

Specializzazione e cambio generazionale

Che sia a causa dei numeri in costante calo degli amatori agonisti, oppure della rapida evoluzione dei format di gara nelle ultime stagioni, oppure ancora dell’alto livello di sviluppo raggiunto dai prodotti attualmente disponibili, fatto sta che dopo anni di grandi in- novazioni, sembra ora di assistere a un periodo di attendismo. Tra le proposte dei principali marchi non si registrano infatti grandissime novità, se non qualche piccola evoluzione o restyling di sci e scarponi già presenti sul mercato negli ultimi anni. Oggi un atleta élite che gareggia in tutte le specialità si trova a competere con gli stessi identici prodotti ai piedi in situazioni che spaziano dalla sprint in pi- sta della durata di qualche minuto, con discesa su tracciati da gigante stretto e fondo duro, a gare che si svolgono in ambiente di alta montagna, con tratti tecnici su creste rocciose, con discese fuoripista su ogni tipo di neve e oltre 2.000 metri di dislivello. Gli scialpinisti che negli anni hanno contribuito a indirizzare lo sviluppo dei materiali, collaborando attivamente con i principali marchi, sono atleti che di fatto gareggiavano e spesso salivano sul podio in ogni tipo di format, come Antonioli, Boscacci, Bon Mardion, Lenzi, solo per citarne alcuni. Come già avviene in quasi tutti gli sport, nel giro di pochi anni è lecito aspettarsi di assistere a una grande specializzazione tra le varie discipline anche per quel che riguarda il mondo skimo. Vista l’età media di una buona parte dei protagonisti della Coppa del Mondo, questa specializzazione sarà probabilmente accompagnata anche da un deciso ricambio generazionale ed è ipotizzabile anche un’evoluzione del materiale da gara verso la performance nel campo delle di- scipline sprint e mixed relay, specialità che si discostano ampiamente per intensità, durata e tipo di terreno dalle competizioni individual e dalle grandi classiche. In attesa di prossimi grandi sconvolgimenti tra gli atleti, i format e i materiali, ci possiamo ancora sorprendere per quanto, a seconda dei casi, possa essere efficace o piacevole da sciare, scorbutico, oppure molto affabile in questa o quella condizione di neve uno sci o uno scarpone che pesa più o meno come la borraccia da mezzo litro che portiamo con noi durante un allenamento. Va anche rimarcato che, una volta che il peso minimo consentito è stato raggiunto da tutte le case costruttrici, si è messa un po’ da parte la ricerca della leggerezza a tutti i costi. E oggi probabilmente è la capacità di rendere al meglio nelle situazioni più disparate l’obiettivo principe.

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