Sci, scarponi e attacchi made for women
Conoscenza, consapevolezza, emancipazione
- Autore: Deborah Bionaz
- Fotografo: Elisa Bessega
Il mio primo paio di sci da scialpinismo mi è stato regalato (e scelto) dal mio fidanzato dell’epoca. Il secondo paio lo abbiamo scelto insieme. Per il terzo, invece, ho studiato cataloghi e siti dei brand e in negozio ci sono andata da sola. L’emancipazione passa anche dalla conoscenza e avere consapevolezza di cosa si indossa ai piedi è tanto importante quanto combattere il mansplaining.
Il gap di conoscenze tecniche tra sciatori e sciatrici ha iniziato man mano a essere colmato, nonostante gli strumenti a disposizione siano ancora decisamente impari. Se ci pensate, infatti, è sicuramente più facile trovare dettagli, informazioni e recensioni sull’attrezzatura destinata alla popolazione maschile che su quella femminile, ma siamo certi che l’attenzione al mondo W stia crescendo e che nel prossimo futuro questa tendenza verrà invertita. Sci e scarponi da donna spesso sono modelli quasi identici a quelli maschili ma con alcune piccole accortezze per agevolare la fruizione di un pubblico che, di fatto, ha delle caratteristiche fisiche ben diverse.
Gli sci, per esempio, presentano flex leggermente più morbidi, materiali meno nervosi e una maggiore pastosità, con misure più corte, mentre gli scarponi devono soprattutto tenere conto di una conformazione diversa della gamba. Il muscolo gastrocnemio è più rotondo e basso nell’anatomia femminile e un buono scarpone lady presenta quindi scarpetta e gambetto più bassi e magari una piccola convessità posteriore.
Questo, però, non significa che le scialpiniste debbano per forza scegliere solo i prodotti contrassegnati con la lettera W. Ci sono brand che producono sci esclusivamente unisex, magari con due varianti colore. Oppure sci unisex che vengono apprezzati anche da un pubblico femminile. Insomma, non c’è nessuna regola, solo suggerimenti subordinati ai gusti personali. Proprio nell’ottica di fornire uno strumento sempre più valido alle scialpiniste, e grazie ai feedback ricevuti da tante lettrici amanti della montagna nella sua veste invernale, quest’anno la sezione Lady ha subito un importante restyling. Sci e scarponi non sono più inseriti tutti in un’unica e categoria ma, proprio come per l’attrezzatura maschile, li abbiamo suddivisi nelle sezioni Race, Light, Tour e Free, con etichette specifiche. Questa nuova organizzazione permette di muoversi più agevolmente all’interno delle categorie per individuare i prodotti testati e scegliere con più facilità gli attrezzi con cui affrontare la prossima stagione.
Sci Free
La freerider new school è sempre più presente nel mondo dello skialp, ama girare in pista e fuoripista con il flow da Freeride World Tour. Spesso con un background da Maestra di sci, predilige attrezzatura più fat e pesante a discapito di qualche grammo, scegliendo gite non troppo lunghe in cui l’estetica della linea è al centro della ricerca. In questa categoria non troverete sci oltre il 110 mm sotto il piede. Anzi, la maggior parte degli sci testati non arriva neanche a 100. Questo perché la freerider media non ha bisogno di padelloni esagerati per esprimersi. Anzi, un buon 98 garantisce un ottimo galleggiamento per pesi e potenze tendenzialmente minori di quelli maschili e permette anche qualche breve pellata per raggiungere le linee migliori. Piacciono sci energici e precisi che sappiano dare risposte reattive anche ad altissime velocità. Niente aste che scendono da sole, ma sci da guidare. Meglio se anche divertenti e con uno spirito pop per lanciarsi in qualche trick ogni tanto. In questa sezione spiccano prodotti davvero interessanti come gli Impulse Ti di Black Diamond, che rappresentano una nuova frontiera del freetouring pellabile per leggerezza e semplicità di utilizzo.
Sci Tour
Né carne né pesce, tutto e niente. L’ibrido per eccellenza, lo sci unico che sempre più spesso vediamo ai piedi della nuova generazione. Nel segmento lady questa categoria di sci è larga quasi quanto i prodotti free ma molto più leggera e maneggevole. C’è chi li usa solo per discese fuoripista e chi invece ci fa le haute route. È un segmento molto vario con caratteristiche diverse da sci a sci. Quel che è certo è che è una categoria in crescita tra le ragazze che fino a poco fa non osavano andare in salita con sci sopra gli 80. Ora, invece, il peso oltre al chilo (e che sfiora il chilo e mezzo) non è più un problema. Basta avere la gamba allenata e la consapevolezza che duemila metri di dislivello positivo con dei 96 sotto al piede significano solo duemila metri di pura goduria in discesa, anche a velocità sostenute. In questa categoria le grandi innovazioni sono portate da Atomic, con due modelli da freetouring con pesi interessantissimi e una versione FWT; ritroviamo i grandi classici intramontabili della serie Wayback di K2 e Blizzard Zero G, passando da vecchie glorie Dynafit e Modelli new school come Agent 2X di Faction.
Sci Light
Da principale categoria Lady, rimane comunque la più interessante per le scialpiniste che non si fanno spaventare dal dislivello e prediligono uno stile di sciata controllato e a bassa velocità. Leggerezza e manovrabilità restano delle caratteristiche che fanno gola a molte. Quello che è cambiato davvero è il carattere. Sì, perché il paradigma light uguale easy going non regge più. L’attrezzo light permette, invece, di andare più lontano, di macinare dislivello e di affrontare l’ingaggio senza paura, anche quando si tratta di alpinismo, ripido e canali. L’ideale, poi, è che sia polivalente per muoversi su terreni diversi e ogni condizione di neve. In questa sezione non troviamo grandissime novità, se non qualche restyling, ma, squadra che vince non si cambia e sicuramente le aziende sono più orientate al mercato unisex. I prodotti delle precedenti stagioni rimangono comunque validissime scelte che riconfermano il core business della pratica sportiva.
Scarponi Free
Molli a chi? Sfatiamo definitivamente il mito degli scarponi femminili troppo morbidi purché comodi e caldi. O meglio, quelli sono ancora molto apprezzati, ma solo per l’après-ski. Per carvare in conduzione, lanciarsi a tutta velocità su ripidi pendii e destreggiarsi tra pillow e cliff invece, meglio delle belle morse solide e robuste. Ormai la tecnologia e i materiali ultraleggeri consentono di avere dei quattro ganci che danno un super sostegno ma che allo stesso tempo sono relativamente confortevoli e si adattano bene a tutti i tipi di piedi. No all’eccessivo ingombro e sì alla precisione per delle discese veloci ma sempre perfettamente controllate. Ah, ultima cosa, devono essere camminabili. Che va bene gli impianti, ma se poi la powder migliore è giusto 300 metri sopra l’ultima funivia che fate, ve ne private?
Scarponi Tour
Come per i Free, gli scarponi Tour troppo mollaccioni non li vuole più nessuna. L’obiettivo è la massima performance in discesa dopo una salita agile e efficiente. Molto interessanti sono i super ibridi come il Gea RS che può tranquillamente passare quasi per uno scarpone da free ma con un peso e un ingombro di un altro livello. Insomma, lo scarpone unico da portare sia per le giornate di polvere che per il gitone del weekend. Si sacrificano volentieri comfort e scarpette super calde a favore di supporto e precisione.
Scarponi Light
Plastiche leggere e ganci intuitivi da manovrare. Scarponi per spingere davvero in salita. Rispetto alla scorsa stagione sono poche le novità, una tra queste è Kilo. Per il resto rimangono dei punti di riferimento come Tecnica Zero G Peak o Scarpa F1 GT con un sostegno elevato per la categoria. Questo segmento rimane un’ottima scelta se si cerca uno scarpone unico, per gite classiche con anche la presenza di qualche passaggio tecnico in salita. Per uno scialpinismo esplorativo, inversione dopo inversione. Sempre qui troviamo il core dei prodotti comodi per chi invece non vuole pensieri.
L’attacco
Poche parole per uno degli elementi più importanti del set. Perché, a conti fatti, di attacchi specifici da donna non ce ne sono. L’esiegnza, per corporature più minute e picchi di forza meno elevati, è di avere modelli regolabili anche su valori più bassi, solitamente prodotti per ragazzi o anche unisex, che sempre più spesso aggiornano la scala di regolazione non solo verso l’alto, ma anche verso il basso. Per esempio ATK RT 11 Evo che ha portato il range minimo da 5, valore già basso, a 3.
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