La lavorazione dal pieno
Elogio della precisione
- Autore: Claudio Primavesi
- Fotografo: Giovanni Danieli
Il processo produttivo che ha cambiato il mondo dell'attacchino
Generalmente si collega la lavorazione dal pieno al mondo aerospaziale o al motorsport perché i costi sono molto alti rispetto a qualsiasi altro sistema produttivo come per esempio lo stampaggio, l'iniezione plastica o la forgiatura dei metalli che sono utilizzati da altri costruttori di attacchi. I macchinari a controllo numerico (CNC) che utilizzano in ATK, in una delle officine più all’avanguardia del territorio modenese, che a sua volta nel mondo può tranquillamente dichiararsi all'avanguardia per questa tecnologia, garantiscono una precisione assoluta nella realizzazione dei componenti. Con iniezione, stampaggio o forgiatura non si riesce ad arrivare a questi livelli di qualità correlati alla leggerezza e alle caratteristiche estetiche.
Il risultato è quello che tutti desiderano: una connessione perfetta tra il nostro corpo, lo scarpone e la neve. Ci sono situazioni ancora più estreme man mano che si entra nel mondo della performance massima, come per esempio l’agonismo: basti pensare che la talloniera del Revolution World Cup pesa 14 grammi, il 6% del materiale del blocco iniziale di alluminio 7075 (Ergal). Il procedimento è veloce, basta elaborare il progetto di fresatura sul terminale della fresa e il macchinario esegue a regola d’arte l’operazione. Ce ne siamo accorti quando, con stupore, abbiamo visto realizzare in pochi minuti il logo di Skialper. Tra il progetto e il risultato finale però ci sono diversi controlli di qualità che consistono nell’analisi con macchinari laser delle misure dei componenti realizzati, un procedimento che viene fatto a campione e sui primi e gli ultimi pezzi di produzione, risalendo a ritroso fino all’eventuale problema.
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