L'evoluzione dello scialpinismo al femminile
Dal fitness all'ingaggio: una lettura in chiave tecnicità
- Autore: Michele Guarneri
- Fotografo: Giovanni Danieli
DAL FITNESS ALL'INGAGGIO
Oggi molte donne sono cambiate, si sono evolute, hanno seguito corsi di formazione con Guide alpine e hanno accumulato esperienza sufficiente per potersi muovere senza preoccupazioni anche fuori dai tracciati. Risalgono ancora le piste ma solo se non c’è tempo per fare altro. La ripellata è diventata un must, l’attrezzo più diffuso è leggero e non troppo largo, lo scarpone deve camminare bene ma non precludere la prestazione in discesa. Se c’è da fare alpinismo lo si fa senza problemi, creste e canali non spaventano e la padronanza dell’attrezzatura garantisce quel livello di confidenza tale da permettersi di osare. La categoria si amplia, unendo i mondi delle atlete da dislivello a quello delle sciatrici che esigono di più. Le prime ovviamente rimarranno su attrezzi stretti, le altre andranno alla ricerca di qualcosa di più solido e robusto,
senza farsi intimidire dal peso.
Neofita sì, ma ancora per poco
Durante le ultime stagioni abbiamo visto tante giovani sciatrici di formazione pistaiola prendere in mano attrezzatura antiquata dei genitori, sci forati tre volte con attacco basculante e pelli consumate, e muovere i primi passi sulle grandi classiche, prima in compagnia di amici più esperti e poi anche da sole.
Le abbiamo viste prendere confidenza con il terreno e in pochi mesi rendersi conto che non ci sono paragoni, la montagna va vissuta così, impegno in salita e piacere in discesa. Anche se ogni tanto tornare in pista ci sta, ma più per divertirsi a provare trick e a girare nei boschetti piuttosto che per tirare curvoni sul barrato. Sono proprio loro che vanno ad alimentare quella categoria intermedia che a metà stagione si rende conto di aver bisogno di attrezzatura più moderna e polivalente, da usare ovunque senza faticare e che permetta di divertirsi senza pensieri. Leggerezza sì, ma a confronto dell’attrezzatura con cui giravano fino alla settimana precedente anche aste da 1.400 grammi non spaventano, stesso discorso per gli scarponi: basta che camminino meglio dei Garmont che usava mamma nell’85. E se il pacchetto sci-attacchi-scarponi lo si trova a un prezzo accessibile, anche mono-marchio, tanto meglio. In questo Dynafit, Atomic e Salomon vincono su tutti.
Le grandi esploratrici
La materia prima sulle nostre montagne scarseggia, stagione dopo stagione il climate change rende sempre più difficile godere delle bellezze delle Alpi, ad esclusione di qualche rara finestra di condizioni che bisogna saper cogliere, a patto di incastrare adeguatamente lavoro ed esigenze familiari.
Così la migrazione verso territori più fertili e meno affetti dalla siccità diventa l’unica soluzione, sempre più accessibile grazie alle informazioni reperibili attraverso i social. La Norvegia ormai è un lusso, ma a oriente ci sono tante nuove destinazioni più a buon mercato. Balcani, Turchia, Georgia, Creta, Kyrgyzstan, il paradiso esiste ancora e costa meno di una settimana in Dolomiti. Per questo alle precedenti si aggiunge un’ultima tipologia di praticanti: le avventuriere, ovvero coloro che scelgono di partire alla scoperta di un nuovo terreno di gioco. Spesso condividono la quotidianità con le prime categorie di sciatrici, ma completano il loro set invernale con uno sci polivalente adatto a tutte le condizioni, sufficientemente largo da galleggiare nell’eventuale metro di polvere e sufficientemente leggero da permettere di bivaccare per più giorni senza faticare eccessivamente. Lo sci da viaggio, tra i 90 e i 100 millimetri al centro, lo strumento one quiver che idealmente rientra nella categoria del tour. Abbinato a uno scarpone leggero ma che dia sostegno per quelle che spingono di più.
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