Scarponi Light
Due ganci e scarpette meno spesse: obiettivo efficienza
- Autore: Claudio Primavesi
- Fotografo: Giovanni Danieli
Quest’anno nello scarpone sembra esserci meno movimento che tra gli sci. Muoversi light significa leggerezza (da meno di un chilo a un paio di etti abbondanti sopra), ma anche pulizia, semplicità.
Così la scarpa di questo mondo è un due leve (con le alternative, molto in voga, Boa inferiore + leva superiore o leva/Boa inferiore e fascia velcro con gancio superiore), con escursione del gambetto inferiore solo ai modelli da gara e spesso meccanismi race-ready per il cambio di assetto. Le scarpe che fanno più uso di fibra di carbonio sono solitamente più leggere, ma anche quelle in grado di controllare attrezzi più tonici, magari anche appena fuori dai confini superiori della categoria, grazie alla rigidità meccanica del materiale.
Due esempi? Scarpa F1 XT e Tecnica Zero G Peak e Peak Carbon. Chi sceglie queste scarpe non cerca il comfort, ma l’efficienza, che si traduce in scarpette più sottili e dirette nella trasmissione degli impulsi in spazi interni limitati (con corrispondente minore termicità). Entrata e uscita, salvo rare eccezioni, sono più difficili: è fondamentale provare bene lo scarpone in negozio, impratichirsi a casa e intervenire con una buona termoformatura ed eventualmente lavorazione dello scafo. Non manca, comunque, qualche prodotto crossover: leggero, magari non leggerissimo, ma comodo e meno prestazionale e più caldo. Potrebbe sembrare un UFO, ma c’è.
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