Attacco: più che leggero, pulito e smart
Ski stopper o leash?
- Autore: Claudio Primavesi
- Fotografo: Nicola Damonte
E l’attacco? Ok la leggerezza, ma light touring significa ripellate, grandi dislivelli, quattromila in giornata e l’approccio deve essere svelto e pulito.
Niente aiuti salita tripli o quadrupli, meglio evitare torrette girevoli. La scarpa Light ha già un’escursione del gambetto ottima e ne bastano un paio, determinati dal flap ribaltabile. Per qualcuno potrebbe essere sufficiente quello race style. Attenzione alla base di foratura degli attacchi che va valutata in funzione della larghezza dello sci, all’interno di una categoria ampia. Su uno sci da 90 millimetri, anche se pesa poco più di un chilo, ha senso collaborare all’affidabilità generale e alla prestazione del sistema scegliendo un attacco con base larga.
Lo ski stopper o il leash? Dipende dai gusti, ma, vista l’affidabilità generale dei freni moderni, diremmo ski stopper, che aggiunge solo qualche grammo in più. Qui, su una rivista specializzata, non possiamo davvero consigliare l’opzione zero = no stopper & no leash. Però si fa, si fa eccome, ed è adatta a gente sveglia, sicura, attenta. Sono esperti e provenienti dalle gare, in genere, ma soprattutto non hanno ancora seminato in giro un mezzo paio sci più attacco tornandosene poi giù in qualche modo. Fitness touring: sulle piste è obbligatoria una sicurezza, freno o leash. Magari non vi controlleranno mai, in genere lo fanno gli addetti agli impianti. Ma se vi parte uno sci su una pista preparata non ha quasi nessuna chance di fermarsi da solo, deve trovare qualcosa o qualcuno su cui schiantarsi. Infine: se si punta sulla leggerezza per risparmiarsi invece che per alzare la prestazione, allora è senza dubbio meglio un attacco touring dotato di tutti gli optional tra più livelli di aiuto salita e certamente gli stopper. Un etto e poco in più investiti nel comfort che cercate.
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