La Sportiva Kilo
Il test in anteprima del nuovo scarpone da scialpinismo Light firmato La Sportiva
- Autore: Michele Guarneri
- Fotografo: Michele Guarneri
📹 @Dario Regina
«Ci sono un falegname, un fotografo paesaggista e un climber che un giorno si svegliano e decidono di sviluppare uno scarpone da scialpinismo che cammini egregiamente in salita, che permetta di sciare divertendosi e che pesi un solo chilo».
No, non è l’inizio di una delle classiche barzellette da settimana enigmistica, anche se potrebbe tranquillamente ingannare gli ignari lettori poco aggiornati sulle novità del mondo skimo. È la storia di Kilo, il nuovo prodotto di punta di casa La Sportiva, in arrivo sul mercato per la prossima stagione invernale, che stando ai primi insight potrebbe diventare un vero e proprio game changer nello scialpinismo leggero.
Il falegname è Mauro Delvai, Ski Mountaineering Product Leader, il fotografo paesaggista è Davide Brugnoli, Ski Mountaineering & Hardgoods Product Manager, e il climber è Stefano Frati, Brand Product Marketing Manager. Sono tre degli innumerevoli volti che si celano dietro allo sviluppo di questo gioiello di tecnologia, coloro che ci accompagneranno in questa calda giornata di gennaio alla scoperta del prodotto. «Noi ci mettiamo la faccia, ma in Kilo c'è la competenza e soprattutto la passione di un team più ampio e molto affiatato» ci tiene subito a sottolineare Mauro.
Con loro, per analizzare e provare in maniera approfondita la grande novità, abbiamo assoldato Fabio Iacchini, detto Iac, il guru di Macugnaga, e Davide Spini, valtellinese D.O.C. partorito dalla roccia della Val di Mello, entrambi Istruttori Nazionali delle Guide e grandi sciatori, nonché testatori per la categoria Light della Buyer’s Guide. Sia Iac che Davide ne sanno a palate di materiali, nel loro percorso hanno provato centinaia di prodotti e li hanno usati su tutti i tipi di terreni, dalla gita dietro casa alle ripide pareti himalayane.
Davide Brugnoli, Ski Mountaineering & Hardgoods Product Manager La Sportiva
Ci troviamo al Passo del Tonale, soprannominato in questi giorni Tonale Beach, a causa delle temperature primaverili che rendono ogni spostamento sulla neve una seduta abbronzante degna dei migliori centri estetici. Nella stranezza del trend ci troviamo però in quella situazione che meglio si presta al test di un prodotto da scialpinismo, ovvero la condizione dalle mille sfaccettature: si passa dall’inverno del mattino, con neve dura e rigelo, al primo sole che inizia a scaldare la superficie tipico di marzo, f ino al f irn di maggio, passando per alcune zone d’ombra dove la polvere si conserva silenziosa sfuggendo ai raggi UV. L’itinerario scelto è il Pisganino, una delle grandi classiche della zona, spesso percorso dagli atleti come allenamento partendo dal parcheggio della cabinovia Paradiso o dai comuni mortali, come noi, raggiungendo il Passo Presena con gli impianti, per poi scendere verso il Mandrone e risalire per alcune centinaia di metri verso il Passo Pisgana. Un ottimo compromesso per una di quelle giornate in cui non si vuole faticare troppo, perché con soli 400- 500 metri di dislivello (a seconda della traccia scelta) si può poi godere di oltre 2.000 metri di discesa verso Ponte di Legno. Un must per chi passa da queste parti.
Visto che siamo in compagnia di ex atleti e alpinisti abituati ad altre quote, che sicuramente in salita con questo scarpone ci tireranno il collo impedendo ogni forma di dialogo, approfittiamo della risalita in cabinovia per cominciare con i primi approfondimenti sullo scarpone. Kilo è la nuova piattaforma La Sportiva che nasce con l’obiettivo di targettizzare il mondo dello ski mountaineering, anche quello più tecnico con diversi cambi di assetto, caratterizzato da grandi dislivelli e uscite di puro allenamento, sia in pista che fuori. È un progetto completamente inedito che non parte da modelli preesistenti, come spesso accade nello sviluppo in questo settore, e che va a posizionarsi nel cluster del Light touring: scarponi tecnici, molto leggeri, molto camminabili ma anche prestazionali in discesa.
«Ski mountaineering significa salire e scendere, ascesa e discesa, e magari farlo più volte nell’arco della stessa giornata» commenta Davide. «Quando è stato il momento di sviluppare Kilo avevamo una sola cosa in mente: raggiungere senza compromessi il perfetto equili- brio tra la camminabilità, quindi un comfort senza precedenti rispetto al fit selettivo del passato, e un alto livello di prestazione in discesa, che permettesse agli utilizzatori di divertirsi e di spingere senza preoccupazioni».
La cabinovia arriva al passo, interrompiamo quindi le spiegazioni per prepararci alla prima discesa sul versante Sud della conca. Chiudiamo i ganci e inf iliamo gli attacchi, scivolando veloci sulla neve ancora gelata traversiamo verso Lago Scuro, facendo lo slalom tra sastrugi e blocchi di granito che si nascondono ovunque sotto un sottile strato di ghiaccio. L’itinerario più rapido richiede un taglio alto sopra al Lago Mandrone, ma per aggiungere qualche metro di dislivello al test decidiamo di prendere il giro largo e arriviamo sulle sponde semi ghiacciate dello specchio d’acqua. Mentre pelliamo e ci prepariamo alla salita riprendiamo a parlare di Kilo.
«A livello di materiali per scafo e gambetto è stato scelto il Grilamid Bio Based LF Carbon. La base di partenza di questa mescola è di origine vegetale (olio di ricino), derivando da piantagioni coltivate in maniera responsabile e sostenibile in aree aride e remote dove sarebbe difficile coltivare altre specie, senza togliere terreno a colture fondamentali per
le popolazioni presenti» ci spiega Mauro, che nel frattempo sta salendo con due scarponi diversi per testare le ultime migliorie apportate alla scarpetta. Il Grilamid Bio ha il grosso vantaggio di sof frire poco i cambi di temperatura, è un materiale molto stabile sia a temperature alte che basse, e in più è caricato con carbonio a f ibra lunga, che è la vera e propria innovazione introdotta in esclusiva dall’azienda di Ziano. Per utilizzare queste fibre è stato però necessario realizzare stampi appositamente studiati per il progetto, operazione che ha permesso di lavorare su nuove forme e volumi degli scafi, che sono stati rivisti e bilanciati sul segmento Light in ottica di comfort, con volumi più generosi.
Il Grilamid Bio ha il grosso vantaggio di soffrire poco i cambi di temperatura, è un materiale molto stabile sia a temperature alte che basse, e in più è caricato con carbonio a fibra lunga
«Per avere buone prestazioni in discesa abbiamo lavorato molto bene soprattutto sulle nervature dello scarpone, sia sullo scafo che sul gambale, questo ci ha permesso di mantenere un peso contenuto senza compromettere le performance in discesa» continua ancora Mauro. «Abbiamo abbassato il più possibile il punto di borchia tra scafo e gambale permettendo una grande escursione del gambetto con ribaltamento totale e pochissima frizione in camminata. Per far ciò abbiamo utilizzato una scarpetta con ottima mobilità in walk, mantenendo un rinforzo sulla parte posteriore del collarino che aiuta in discesa e una struttura di rinforzo sul linguettone che aiuta a scaricare bene».
Inizia il ripido e il dialogo si interrompe nuovamente. Alle nostre spalle il Pian di Neve, sempre più sofferente, riflette i pallidi raggi che spuntano nel cielo velato. Erano alcuni anni che non passavo da queste parti, vedere il drastico cambiamento nella morfologia del territorio fa rif lettere, e preoccupa un po’. Proseguiamo la salita verso Passo Pisgana, af frontando l’ultimo traverso su un binario di neve pressata dai precedenti passaggi. Di fronte ai nostri occhi si apre la conca del Pisganino, un baratro profondo che dal Corno di Bedole si proietta verso la Val Sozzine. In lontananza, a fondo valle, si scorge Ponte di Legno.
Il sole fa capolino dietro le nubi, illuminando il paesaggio. Mentre ci prepariamo per la discesa Davide e Iac si avviano sulle roccette che portano a Cima Payer, per provare le sensazioni dell’utilizzo dello scarpone in arram- picata su roccia e terreno misto. La suola è realizzata con la mescola FriXion Wave Alpine, un compound sviluppato direttamente da La Sportiva che permette di drenare la neve in eccesso e garantisce ottimo grip. La gomma, che si alza per qualche centimetro lungo i fianchi della pianta dello scarpone, fornisce protezione laterale in camminata e da urti e graffi.
Tutti gli elementi di Kilo sono disegnati per essere in primis funzionali, oltre che esteticamente curati in ogni dettaglio. Leve e puntale sono realizzati in tecnopolimero, materiale che, come il Grilamid, non subisce alterazioni dovute ai cambi di temperatura rispetto ad altre plastiche o metalli. «La realizzazione in tecnopolimero ci ha dato anche la possibilità di lavorare a livello di stampo per aumentare l’ergonomicità e la prensilità delle leve attraverso una texture specif ica, e in più abbiamo potuto realizzare due stampi diversi per le leve destre e sinistre per avere un fit sempre perfetto» sottolinea Davide mentre serra il gancio superiore dopo aver sollevato la ghetta antiintrusione. Il meccanismo ski/walk è semplice e pulito, segue perfettamente la linea, e tutte le parti meccaniche sono integrate direttamente nel gambetto per evitare blocchi di ghiaccio o rotture inaspettate.
È arrivato il momento di goderci la lunga discesa verso valle. Il manto nevoso si è scaldato sufficientemente da mollare quel tanto che basta per divertirsi e preservare la dentatura, fatta eccezione per qualche breve tratto lavorato dal vento. Scendiamo nella conca del Pisganino e ci portiamo al centro del vallone. Iac saltella sulle gobbe con l’agilità di un quindicenne a una competizione di freestyle, con una sensibilità che al giorno d’oggi è raro trovare anche nei più forti atleti di Coppa del mondo. Ci fermiamo per qualche scatto prima di entrare nel canale, iconico passaggio dell’itinerario. Qualche curva saltata vicino alle rocce sullo stretto, per poi mollare di nuovo le punte verso valle costeggiando le grandi cascate di ghiaccio blu della Val Sozzine. Per come hanno sciato i ragazzi, sembrerebbe che lo scarpone abbia raggiunto il suo obiettivo. Ci lanciamo a tutta velocità per la stradina-toboga che riporta verso le piste di Ponte di Legno, facendo lo slalom tra ramoscelli e sassi, con i quadricipiti in fiamme. Nonostante le condizioni difficili, in un modo o nell’altro la bella gita la si trova, e in questo caso non possiamo che ritenerci più che soddisfatti.
Alla macchina ci prendiamo qualche minuto per commentare le sensazioni dei testatori, che hanno avuto modo di analizzare a fondo le caratteristiche di Kilo: «La calzata è molto semplice e intuitiva, grazie alla possibilità di ribaltare completamente all’indietro il gambetto e di inserire il piede direttamente nella scarpetta e poi nello scafo, sicuramente uno dei punti forti del prodotto» comincia Davide. «La camminata è fluida, la mobilità del gambetto è massima e l’unico limite è quello fisico della caviglia. Si sente fin da subito che è un prodotto pensato per macinare metri di dislivello». Anche Iac interviene: «Il flex in sciata è progressivo e sostiene egregiamente, molto comoda la possibilità di modificare l’inclinazione del gambetto.
A basse velocità tende a flettere poco, bisogna essere ben impostati, mentre quando si spinge di più le plastiche cedono progressivamente senza spanciare e garantiscono un ottimo ritorno elastico, aiutando in ingresso e uscita di curva. Rispetto alla media di settore è un prodotto estremamente confortevole e con un livello di camminata superiore, fattori che influenzano lievemente la precisione in sciata e in spigolo senza però compromettere la prestazione». Conclude Davide: «I ganci sono uno degli elementi più apprezzabili, con un'ergonomia e praticità di regolazione di tutto rispetto, difficile da trovare in altri prodotti della categoria. Il gancio posteriore è affusolato e rimane molto vicino al gambetto, evitando di agganciarsi nei pantaloni o tra le rocce. Un prodotto completamente dif ferente rispetto allo standard Laspo, destinato probabilmente a un grande successo».
Che dire? Pare che Kilo sia piaciuto, ora non resta che aspettare settembre. Ah, volete sapere quanto pesa? Dai che ci arrivate da soli!
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