Caschi da scialpinismo
Ogni elemento è importante quando si va in montagna. Sci e scarponi sono essenziali, ma lo sono altrettanto, per questioni di comfort e di sicurezza (senza trascurare lo stile...), anche i caschi. Questa sezione vi accompagnerà nella scelta.
- Autore: Michele Guarneri
- Fotografo: Matteo AgreiterFederico Ravassard
Quando si scia, non ci si rende conto di quanto forte si vada. Nella sciata moderna, in pista o fuori, si raggiungono facilmente velocità superiori a 50 km all’ora (anche ben oltre...). Per fare un paragone con uno dei campi dove sono stati fatti più progressi nella sicurezza attiva e passiva, basti pensare che i crash test Euro Ncap delle auto vengono effettuati a 50 chilometri all’ora.
La differenza è che, in caso di impatto, attorno a noi c’è la corazza dell’auto, studiata per deformarsi in modo progressivo e per proteggerci, mentre quando sciamo abbiamo solo il casco a proteggere la testa. Ecco perché scegliere un casco deve essere soprattutto una questione di sicurezza, prima ancora che di comfort, leggerezza, ventilazione, fattori che vanno comunque tenuti in considerazione. Per lo scialpinismo Race, si fa riferimento alle certificazioni richieste da ISMF per la partecipazione alle gare, norme che sono state recepite anche dalla FISI per le competizioni sul territorio italiano. Da qualche anno non basta più la certificazione CE EN 12492, relativa all’alpinismo, ma viene richiesta anche la CE EN 1077, utilizzata nei caschi da sci. Le differenze stanno principalmente nella diversa protezione dagli urti laterali e dalla penetrazione, perché la norma per i caschi da alpinismo è pensata per proteggere dalla caduta di oggetti sulla testa, mentre quella per i modelli da sci per proteggere dagli impatti. Per attività non agonistica non esistono obblighi di legge e non è richiesto il doppio standard, ma sicuramente fornisce più sicurezza in caso di caduta o impatto.
I caschi con certificazione unica
Petzl non produce caschi che siano anche omologati CE EN 1077, ma da qualche anno commercializza due modelli, Sirocco e Meteor, che, alla norma CE EN 12492 e a quella dell’UIAA, aggiungono una certificazione interna Top and Side Protection.
Si tratta di un protocollo che prevede che vengano registrate forze inferiori a 10 kN facendo cadere un peso di 5 kg frontalmente, posteriormente e lateralmente dalla distanza di 50 cm, come supplemento alla norma 12492 e all’UIAA 106. Per questo motivo il costruttore francese auto-certifica i due caschi per lo scialpinismo: anche se questa certificazione non vale per le gare, garantisce sicuramente una protezione più completa rispetto alla sola norma per l’alpinismo, che è pensata per proteggere contro la caduta di oggetti dall’alto. Una scelta da considerare in ottica fast & light, che va ponderata adeguatamente se l’utilizzo che ne viene fatto include invece un impiego in pista o se lo sciatore è particolarmente a rischio di a sbattere la testa (new freeride generation, quella dei kicker enormi e delle folli discese tra i cliff).
La certificazione tripla
Sono sempre più di moda i prodotti che presentano anche una certificazione per la bici, che possono essere usati come unico casco.
Come per ogni one quiver si tratta di caschi che devono accettare qualche compromesso, ma sono sempre più interessanti e leggeri. Efficaci per davvero? Forse no, ma con il progressivo aumento delle mission home-to-mountain, con avvicinamento sulle due ruote, sembrano proporsi come la soluzione perfetta, provare per credere...
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