L'evoluzione del mondo Splitboard

La splitboard è l’evoluzione che permette alla tavola da snowboard di riprendere contatto con le proprie origini e con il suo ambiente naturale. Niente più ciaspole o accorgimenti artigianali per raggiungere i pendii vergini da surfare. Uno dei settori in più rapida espansione ed evoluzione.

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Dopo il grande ritorno nell’edizione 2023 della Buyer’s Guide, decisamente apprezzato dai lettori del segmento che hanno potuto godere di un’anteprima completa di quanto di meglio offerto dal mercato, quest’anno abbiamo deciso di rilanciare ed entrare in profondità nel dettaglio delle novità proposte dai brand, differenziando l’attrezzatura all mountain da quella prettamente orientata alla powder.

Ancor più dell’anno scorso ci siamo resi conto che la splitboard non è più solo il mezzo di accesso per i rider alle classiche scialpinistiche facili con dislivelli contenuti e pendenze costanti, come lo è stato per i due anni successivi alla pandemia. Oggi una fetta sempre più ampia degli utilizzatori punta a obiettivi alpinistici, dove l’utilizzo di picca e ramponi diventa necessario e in discesa il gioco si fa duro (e ripido). Il limite psicologico dei mille metri di dislivello o dei due chilometri walk prima della neve è stato abbattuto. Oggi i rider sono pronti a percorrere grandi distanze e non hanno paura di raggiungere i 1.500 metri di dislivello, anche con più ripellate.
Sarà che è aumentata la preparazione in materia di sicurezza, grazie ai sempre più frequenti camp organizzati sul territorio, o che l’allenamento e la preparazione fisica hanno assunto un ruolo importante anche in questa disciplina, sta di fatto che oggi non è strano trovare uno splitboarder in cima a un quattromila o sulla Nord di qualche grande montagna.
O magari, fatto che non è da escludere, sarà che a livello strutturale e di sviluppo c’è stato un cambio di marcia, grazie all’ingresso sul mercato di nuovi protagonisti che hanno puntato su tecnologia, riduzione del peso e aumento della solidità del sistema tavola-attacco-scarpone.

Con l’introduzione dei nuovi materiali e del know-how proveniente dal mondo degli sci, oggi è possibile trovare tavole con pesi inferiori ai tre chilogrammi (alcune arrivano addirittura a 2,7 kg, che diviso due significa 1.350 grammi per parte) che non hanno nulla da invidiare agli sci della categoria Tour. I nuovi shape, con bilanciamento del peso ponderato, facilitano nell’inversione e gli scarponi si assottigliano e si alleggeriscono senza perdere però rigidità e stabilità necessarie in fase di salita. I margini di innovazione in questi ambiti restano di gran lunga superiori rispetto all’industria dello sci, soprattutto in fatto di durabilità dei materiali, che oggi sono ancora molto delicati e soggetti a usura (vedi meccanismi di aggancio degli attacchi o resistenza delle tavole leggere). Altro trend interessante, paradossale rispetto all’evolversi delle condizioni climatiche degli ultimi anni, è il continuo aumento di proposte di modelli surf, con tail corto o a coda di rondine. Naturalmente l’acquisto di un prodotto di questo tipo è subordinato al possesso di un modello allround come prima tavola, una seconda scelta per i big day. D’altronde perché solo gli skier dovrebbero poter avere tre paia di sci? C’è un motivo se chi passa diversi giorni sulla neve sceglie di investire in una tavola powsurf, è il feeling di galleggiamento che solo un set up così specifico può dare. 

I risultati dei test sono il frutto di un meticoloso lavoro di squadra sul campo e dell’interazione puntuale di diversi elementi, o per meglio dire numeri: i sei tester di un team di professionisti e veri appassionati formato da tre Istruttori nazionali di Snowboard, due Maestri attivi nel settore splitboard e un addetto ai lavori nel negozio specializzato Uainot di Cervinia, punto di riferimento per la selezione e il montaggio dei prodotti; le diciotto splitboard testate sulle nevi di Cervinia e Zermatt in due giorni, un’ampia selezione dei migliori prodotti sul mercato; le giornate sulla neve con condizioni perfette che hanno reso possibile ottenere i feedback necessari sia nella modalità salita che nella ricerca di neve fresca o linee particolari in discesa. Anche quest’anno durante i test la prima impressione a caldo è stata il grande lavoro da parte delle aziende di settore nel migliorare e proporre dei prodotti sempre più innovativi e performanti, dalle tavole splitboard agli attacchi, passando per gli scarponi.

Tavole: leggerezza, versatilità e maneggevolezza

Abbiamo avuto una conferma di come ormai nel settore splitboard il livello qualitativo raggiunto da parte della maggioranza delle aziende sia molto elevato. 

Difficilmente abbiamo riscontrato tavole di bassa gamma perché abbiamo scelto prodotti dal medio livello in su, soprattutto per prodotti dedicati a chi vuole muovere i primi passi. In generale le principali migliorie e innovazioni sono concentrate su aspetti quali leggerezza, versatilità e maneggevolezza, sia nell’ambito della risalita che nella discesa: qui in particolare si vede un orientamento verso tavole dall’ottima galleggiabilità con shape raffinati e dedicati alla powder, alcune con un occhio di riguardo alla coda di rondine. Anche la qualità dei materiali ha visto un positivo sviluppo con splitboard dalle solette super veloci e resistenti e soprattutto costruzioni con anime reattive, in particolare per alcuni modelli top di gamma che ci hanno stupito per le loro performance. Aspetto non trascurabile è la cura dell’estetica e del design che rendono queste splitboard davvero apprezzabili e uniche nel loro genere.

Scarponi: fit e grip

Il piede ha esigenze particolari, sia nel passo in salita (per esempio l’escursione posteriore, la resistenza e tenuta laterale sui traversi, la traspirabilità della scarpetta) sia per quanto riguarda la giusta sensazione plantare (fit) e chiusura per quando ci si lancia in discesa in fresca o su pendii ripidi e tecnici.

L’evoluzione degli scarponi ha raggiungo livelli ottimali ed è migliorato il comfort generale, anche se i modelli proposti nelle prossime pagine presentano alcune differenze di concezione e realizzazione in base a orientamento e livello. La suola Vibram la fa da padrona ed è presente praticamente in tutti i modelli. A supporto di questa scelta, la versatilità e il fatto che ci si muove in un ambiente impegnativo, a volte in alta quota o su terreni misti. Comfort, leggerezza e resistenza saranno indubbiamente le parole d’ordine per l’evoluzione di questo settore.

Attacchi: strap sempre più minimal

Anche in questo caso lo sviluppo e lo sforzo maggiore da parte della aziende è stato quello di alleggerire e semplificare i sistemi, in particolare rendendo sempre più minimal gli strap degli attacchi.

A volte si è riusciti a realizzare attacchi splitboard sempre più vicini al comfort di quelli tradizionali, anche se rimangono ancora lontani dai sistemi più efficienti di risalita, efficaci per distanze importanti e con qualsiasi condizione di montagna e neve (alta quota, ghiaccio). Dall’altra parte, coloro i quali amano i dislivelli, la prestazione e le gite di maggior sviluppo, tendono a orientarsi sul sistema hard abbinato allo scarpone rigido. Per i tradizionalisti dell’attacco-base le principali aziende del settore hanno lavorato molto sul peso e praticità del cambio assetto, migliorando anche la componentistica dei materiali utilizzati, dai puntali, agli spoiler fino agli strap.
In questa vasta gamma di possibilità occorre comunque scegliere il compromesso ideale sulla base del proprio orientamento individuale e dei propri obiettivi. L’offerta è davvero ampia e in generale di alta gamma. Che sia una stagione invernale ricca di soddisfazioni e di conquiste per tutti, dalla prima discesa alla vetta, alla linea tanto ricercata, dall’amicizia alla condivisione di questa comune passione, il nostro mondo splitboard.

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