Sicurezza: la cultura del dubbio
Oltre la definizione, non esiste nulla di così variabile come la condizione della neve e l’animo umano quando si trova in una situazione di stress emotivo. Ecco perché, dopo l’acquisto del giusto kit di autosoccorso e zaino airbag, è importante documentarsi, allenarsi, farsi domande e, se necessario, optare per un piano B. E, almeno per ora, non affidarsi all’intelligenza artificiale.
- Autore: Davide Spini
- Fotografo: Michele Guarneri
Prima la testa, poi l’attrezzatura… e l’intelligenza artificiale? Nell’anno dell’esplosione dell’AI, mi vengono spontanee alcune domande relative ai temi della cosiddetta sicurezza in neve fresca, dalla formazione, alla prevenzione, passando all’autosoccorso, fino all’attrezzatura.
Oggi possiamo essere più stupidi (meno preparati suona meglio?) dei nostri predecessori solo perché abbiamo una migliore attrezzatura di autosoccorso o uno zaino airbag che ci potrebbe tenere a galla in caso di valanga? Quanto investiamo in attrezzatura di autosoccorso? Quanto spendiamo, anche in termini di tempo, per imparare a usarla? Quanto investiamo, sempre in termini di tempo e denaro, per prevenire possibili incidenti? Ovviamente le domande sono provocatorie e, a essere sinceri, poco appropriate per una Buyer’s che guida l’utente nella scelta dell’attrezzatura, però mi sembrava importante rimarcare un concetto: l’attrezzatura di autosoccorso è fondamentale, ma non basta accontentarsi di averla per pensare di essere a posto nel mondo della montagna invernale.
Domanda: Cosa devo fare prima di un’uscita di scialpinismo?
Risposta di ChatGPT :
1. Pianificazione e preparazione
Studiare l'itinerario: conoscere il percorso, le condizioni del terreno e le difficoltà tecniche. Verificare le condizioni meteo: controllare le previsioni meteo per la giornata e i giorni precedenti. In caso di maltempo, considera di posticipare l’uscita. Valutare il rischio valanghe: consultare il bollettino valanghe della zona per conoscere il livello di pericolo e adattare il percorso di conseguenza. Controllare il materiale: assicurati che tutta l'attrezzatura (sci, attacchi, pelli di foca, ARTVA, pala, sonda) sia in buone condizioni e funzionante.
2. Attrezzatura necessaria
ARTVA, pala e sonda: indispensabili per la sicurezza in caso di valanga. Attrezzatura da sci: sci da alpinismo, scarponi, bastoncini e pelli di foca. Abbigliamento adeguato: strati termici, giacca a vento, guanti, cappello e occhiali da sole o maschera. Zaino: con acqua, cibo, kit di primo soccorso, abbigliamento extra ed eventuale attrezzatura di sicurezza.
3. Preparazione fisica e tecnica
Allenamento: assicurati di essere in buona forma fisica, soprattutto per quanto riguarda la resistenza e la forza. Competenza tecnica: conosci e pratica le tecniche di salita, discesa e autosoccorso in montagna, come l'uso di ramponi e piccozza.
4. Pianificare il timing
Calcolare i tempi: pianifica l’uscita considerando la durata e il livello di difficoltà, assicurandoti di poter completare il percorso prima del calare del sole. Partenza mattutina: inizia presto per sfruttare le migliori condizioni della neve e avere margine di tempo in caso di imprevisti.
5. Informare qualcuno del piano
Comunicare il percorso: lascia detto a qualcuno il tuo itinerario e l’orario previsto di rientro. In caso di emergenza, qualcuno saprà dove cercarti.
6. Aggiornamenti e briefing finale
Controllare aggiornamenti meteo e valanghe: la mattina dell'uscita, verifica nuovamente le condizioni. Briefing con il gruppo: discuti il piano con i compagni di escursione, assicurandoti che tutti siano consapevoli del percorso e delle possibili difficoltà.
7. Autodisciplina e prudenza
Valutare sul posto: durante l'uscita, valuta costantemente le condizioni della neve e del meteo. Sii pronto a cambiare percorso o tornare indietro se necessario. Prudenza: non sottovalutare i rischi. Meglio rinunciare a una cima piuttosto che esporsi a pericoli inutili. Seguendo questi passaggi, potrai ridurre i rischi e aumentare le possibilità di goderti un'uscita di scialpinismo sicura e piacevole.
Alla fine non è andata così male. Nella sua ignoranza in materia Chat GPT è riuscita a raccogliere un po’ di informazioni corrette e a organizzarle in modo abbastanza chiaro, al netto di un bias e di qualche svista o punteggiatura poco chiara.
Il bias della sicurezza
Il sostantivo sicurezza è probabilmente il termine più logoro e abusato legato al mondo della montagna e, visto che l’AI si allena con i testi in circolazione, ha riportato la solita utopia dell’uscita sicura di scialpinismo nella sua risposta.
Nonostante qualche slogan, usato anche in ambito istituzionale, sappiamo infatti tutti che nel mondo del fuoripista di sicuro c’è ben poco, se non l’incertezza del manto nevoso, l’incertezza delle nostre valutazioni e l’imprevedibilità dei nostri comportamenti. Possiamo quindi dire che l’intelligenza artificiale è molto più umana di quanto pensiamo e forse meno oggettiva di quanto vorremmo. Quindi ChatGPT va bene per imparare a muoversi in neve fresca? Per il momento assolutamente no, però può essere utile da usare come controllo/spunto finale di una check-list sull’attrezzatura, o su alcune azioni da fare prima dell’uscita. Potremmo esserci dimenticati qualcosa, oppure l’AI potrebbe darci uno spunto di riflessione in più. Usiamo comunque sempre un sano senso critico e stiamo attenti alle allucinazioni: potremmo raccogliere informazioni che suonano bene, ma che sono in parte errate, o che sono fuori dal contesto che ci interessa. Non fate invece domande di nivologia a ChatGPT, al momento escono risposte piuttosto confusionarie e con neologismi discutibili, tipo i grani zuccherosi…
Consigli per un inverno consapevole
Per questo argomento ci rifacciamo al motto di un programma di formazione/informazione creato dallo Utah Avalanche Center, più o meno 20 anni fa, dal nome molto interessante: Know before you go - conoscere prima di partire Se per te l’inglese non è un problema: kbyg.org
Attenzione al mondo virtuale (e al senso di compiacimento per aver guardato un tutorial)
Avybites, Abcavalanchas e pagine simili offrono video interessanti, e a volte sconvolgenti, di veri incidenti in valanga. È bello condividerli nelle stories, e annuire soddisfatti nel dire che noi non avremmo mai fatto quell’errore, però ricordiamoci che con il senno del poi è facile giudicare. Quante volte, in maniera più o meno consapevole, è andata bene a noi? Solo una volta, oppure di più? Anche i tutorial sono interessanti e spesso offrono spunti per riflessioni, ma finché non ci si applica veramente, tutto rimane nel modo del metaverso, mentre le valanghe sono dannatamente reali.
Impara, allenati, sperimenta (con cautela), raccogli dei feedback e ripeti
No, non è come alla scuola dell’obbligo, è molto più avvincente. Il processo di apprendimento sulla neve è tutt’altro che scontato e noioso, l’unico problema è che gli esami sono a sorpresa e a volte anche i piccoli errori, o sviste, possono avere conseguenze molto gravi.
Osservazioni e test
Hai notato valanghe recenti? Su che pendii? Ogni tanto spingi il tuo bastone nella neve e senti come affonda: resistenze che aumentano, oppure il contrario? Prova a fare un buco nel manto e cerca di capire se la struttura della neve è favorevole (pochi cambi di durezze e pochi strati), oppure sfavorevole (marcati cambi di durezze e molti strati). Non ci hai capito niente di queste ultime frasi? Potresti pensare di fare un corso specifico, non escluderlo a priori.
Ragionamenti
Nell’attesa che il corso a cui ti sei appena iscritto inizi, quando ti trovi sulla neve guardati attorno e ragiona in modo semplice: - ci sono valanghe recenti? Sono su pendii simili a quelli che andrò a percorrere? - è abbastanza ripido perché possa partire una valanga? - è probabile che succeda, oppure no? - quanto potrebbe esser grande? - quali conseguenze? La valanga può trascinarmi in un valle stretta o sopra dei salti di roccia?
Sensazioni
Un mal di pancia in generale è una sensazione spiacevole a cui dare retta: c’è qualcosa che non va, magari anche solo a livello personale. Potrebbe convenire fare un passo indietro. L’euforia e la positività di una grandiosa giornata in neve fresca con gli amici potrebbero invece nascondere dell’ingiustificato ottimismo. Non seguire il gregge, ogni tanto fermati e prova a ragionare in modo autonomo. Se hai dei dubbi esponili, fai l’avvocato del diavolo e vedi se chi conduce ha valide argomentazioni, oppure se spera semplicemente che andrà tutto bene.
ARTVA
A meno che tu non sia professionista, oppure un vero nerd, non ti serve prendere per forza il top di gamma.
Un apparecchio più semplice, magari non il più scarso, è generalmente più che sufficiente. Potresti quindi pensare di investire i soldi risparmiati in un corso di formazione e convincere i tuoi compagni di scorribande a fare lo stesso. Quando acquisti questa attrezzatura è meglio evitare dispositivi di seconda mano e affidarsi a un negoziante competente, oppure chiedere consiglio a una Guida alpina.
Pala e sonda
È probabile che pala e sonda possano durare 10/15 anni, inoltre a breve/ medio termine pare che non ci saranno grandi sconvolgimenti.
Se vuoi stare attento al peso ci sono prodotti comunque validi e sufficientemente resistenti. Una sonda di lunghezza di 240/260 cm è lo standard, oltre è più un discorso di soccorso organizzato (soprattutto considerando i tempi di scavo). Per quanto riguarda le pale, proprio il caso di drilo, le dimensioni contano: in situazioni di emergenza una benna capiente e un manico estensibile possono fare la differenza, come anche lo spalatore. Ebbene sì, lo scavo è la fase di autosoccorso che porta via più tempo, è faticosa e non così semplice come può sembrare. Quando è stata l’ultima volta che hai scavato deciso per più di 5 minuti? Nel dubbio allenati.
Zaino airbag
Che sia a cartuccia, oppure a batteria/supercondensatori, lo zaino airbag è un attrezzo efficace per tenerti in superficie in caso di valanga. Non funziona in tutte le situazioni, ma in molti casi sì.
Probabilmente lo studio più significativo riguardo all’efficacia degli zaini da valanga è The effectiveness of avalanche airbags, pubblicato nel 2014 da Haegeli, Falk, Procter et al. Il risultato? Se correttamente indossato, carico e attivato in caso di valanga, dimezza la mortalità. Da una media di decessi del 22% relativa a utenti senza zaino airbag, si scende all’11% per chi lo indossa ed è in grado di aprirlo. Nello studio si osserva infatti che circa un 20% dei coinvolti in valanga non riesce ad attivare il proprio dispositivo, un fatto abbastanza inquietante. Quindi sì, se sei ancora incerto sul tuo prossimo regalo per l’inverno 24/25 e sei combattuto tra l’ultima action-cam e lo zaino con il pallone, la risposta è abbastanza scontata. A questo punto devi solo scegliere il volume, il modello e il tipo di attivazione che fa al caso tuo.
Casco
Abbiamo incluso il casco qui perché è un dispositivo di sicurezza, anche se non rientra nella categoria dell'autosoccorso. Oggi leggerezza e prestazioni sono praticamente in perfetto equilibrio.
Scegliere un casco è soprattutto una questione relativa al secondo aspetto. Si scia sempre più forte e proteggere la testa diventa una necessità oltre che una scelta consapevole, prima ancora che di comfort, leggerezza, ventilazione, fattori che vanno comunque tenuti in considerazione. Per lo scialpinismo race si fa riferimento alle certificazioni richieste da ISMF per la partecipazione alle gare, norme che sono state recepite anche dalla FISI per le competizioni sul territorio italiano. Da qualche anno non basta più la certificazione CE EN 12492, relativa all’alpinismo, ma è necessaria anche la CE EN 1077, utilizzata nei caschi da sci. Ormai molti modelli risultano omologati per offrire protezione dagli urti laterali, dalla penetrazione, come per i caschi da alpinismo che sono pensati per proteggere dalla caduta di oggetti sulla testa, e dagli impatti (caschi da sci puri). Anche quest’anno prosegue la tendenza dei prodotti che presentano una terza certificazione per la bici, che possono essere usati come unico modello tutto l’anno: sempre più leggeri e ventilati, anche se con qualche limite di peso per un utilizzo puramente alpinistico. Anche in questo caso non ci stanchiamo di porre l’attenzione sui dettagli: ingombro nello zaino, porta-lampada efficaci e maneggevoli con i guanti indossati fanno davvero la differenza sulla neve.
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