Boot lab: la termicità

Il nostro test di termicità delle scarpette

Condividi

I test di isolamento termico delle scarpette sono stati effettuati in modo analogo a quelle degli anni precedenti, andando a valutare la dissipazione termica con un gradiente di temperatura tra l’interno  e l’esterno di 37 gradi, in modo da simulare l’effetto di quando la  scarpetta con il piede si trova a una temperatura esterna di zero gradi. 

In analogia con i test di classificazione termica degli edifici si è  creata una scala lineare di efficienza di isolamento identificata da  lettere, dove la classe A è quella con il massimo isolamento mentre  la F è quella peggiore. La temperatura è stata misurata dopo 5 minuti nelle zone anteriore  e posteriore e mediata come indicato nella figura. La scala è stata definita sulla base di intervalli di temperatura superficiale  ed è stata applicata in modo omogeneo a tutti gli scarponi  in test, non dividendoli in categorie. Per definire la classe A si è preso lo scarpone con il massimo isolamento termico tra quelli  testati (Scott Cosmos Pro e Tecnica Cochise 130 DYN GW) mentre  come F si è presa la situazione ipotetica in cui la temperatura della scarpetta raggiungeva i 35°C (caso per fortuna mai registrato dalle  scarpette testate). 

I risultati dei test di termicità hanno mostrato come gli  scarponi più pesanti della categoria Free abbiano mediamente un migliore isolamento termico delle loro scarpette ma che anche alcuni  modelli Tour (per esempio gli Scott) presentino delle ottime proprietà di isolamento e che comunque ci sono scarponi della categoria  Light (i Salomon MTN) che raggiungono la classe A. 

Il protocollo 

I test sono stati effettuati presso lo Sport Technology Lab del dipartimento  DICAM dell’Università di Bologna. Come strumentazione per misurare la  temperatura superficiale è stata utilizzata una termocamera professionale  FLIR E54 in un range da -20 °C a 110 °C con una sensibilità di 0.1 °C.
Il  materiale da inserire nella scarpetta è stato scaldato a 59 °C in un forno  termostato con una sensibilità di 0,1 °C. Nella scarpetta è stato inserito  un chilo di sostanza in una stanza termostatata a 23 °C (tempo 0 del test) e la parte superiore è stata sigillata con un tappo in polistirene espanso,  appoggiando la scarpetta su un supporto sopraelevato rispetto al piano  del banco di laboratorio tramite uno stativo. Utilizzando il software Flir-Tools+ sono state effettuate termografie della parte esterna in modalità  timelapse ogni minuto e dopo cinque minuti della parte interna e della  suola. Per le zone esterna, interna e della suola sono state monitorate due aree: una anteriore e una posteriore. Il software Tools+ permette di  selezionare zone di un’area determinata e di misurare la temperatura  media, minima e massima delle stesse. La superficie delle aree di misura  è stata mantenuta costante per tutte le scarpette. 

Piaciuto?
Condividi questo articolo