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2026

Flex, ROM e termicità: gli scarponi a confronto

L'analisi in laboratorio in collaborazione con lo Sport Technology Lab dell'Università di Bologna

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Per il terzo anno, grazie alla collaborazione con l’Università di Bologna, abbiamo analizzato con test in laboratorio ii flex in quattro angolazioni, la camminata in due direzioni e l’isolamento termico delle scarpette.

Ogni modello è stato poi valutato dal punto di vista della sostenibilità. Il set-up utilizzato è stato identico a quello dell’anno precedente in modo che i test siano paragonabili. Tuttavia, i dati relativi per ogni categoria utilizzano come valore di riferimento quello del migliore della categoria di quest’anno, che può essere diverso da quello degli anni scorsi, e quindi i valori relativi possono variare leggermente per i modelli carry-over.

Test flex

Il flex è stato misurato, analogamente agli anni precedenti, in quattro angolazioni (in avanti, a 45°, a 90° e all’indietro) in modo da fornire informazioni in tutti i campi di utilizzo dello scarpone durante la discesa. La procedura di test, le forze applicate, la procedura di chiusura dei ganci e la temperatura sono rimaste le stesse. Anche la protesi utilizzata e lo snodo senza attriti alla caviglia sono gli stessi utilizzati nei test del 2023 e del 2024. I dati di flex sono stati normalizzati per ogni categoria dando 10 allo scarpone con il più alto valore di rigidità a 10° di flessione (per i test in avanti, a 45° e 90°) e di 4° per il test in arretramento. Le curve complete sono disponibili nella versione online. Questi grafici permettono anche di poter valutare la progressività, regressività o linearità del comportamento dello scarpone dalla forma della curva.

Test camminata

I test in camminata sono stati effettuati in modo analogo a quelli riportati nelle precedenti Buyer’s Guide: il meccanismo ski/walk è stato messo in posizione walk e le leve sono state sistemate nella posizione della rastrelliera consigliata dal produttore. Le fasce velcro, quando presenti, sono state tenute completamente aperte. Lo scarpone è stato bloccato in modo rigido come nei test di flex, così da valutare solamente il movimento tra scafo e gambetto. I dati sono stati riportati come momento torcente (in Nm) necessario a raggiungere un angolo di 20 gradi in avanzamento e in arretramento. Le curve complete forniscono importanti informazioni sulla forza necessaria a ruotare il gambetto in funzione dell’angolo di rotazione. Infatti quasi mai nella camminata si arriva a un angolo di avanzamento e di arretramento di 20 gradi, ma ci si ferma molto prima. Per esempio, ci sono scarponi che ruotano molto bene fino a 15 gradi e poi diventano più rigidi che nell’utilizzo medio possono risultare ugualmente performanti in salita rispetto a scarponi che a 20 gradi hanno valori molto più bassi. Nella categoria Free, tre scarponi (K2 Cortex Zonal 140 BOA, Fischer RC4 Free Pro MV BOA e Armada AR One 130 MV) non hanno il meccanismo ski/walk e per questo motivo non sono stati testati per la camminata.

Test termicità

I test di isolamento termico delle scarpette sono stati effettuati con la stessa procedura degli anni precedenti. In particolare, si è misurata la dissipazione termica con un gradiente di temperatura tra l’interno e l’esterno di 37 gradi, in modo da simulare l’effetto di quando la scarpetta con il piede si trova a una temperatura esterna di zero gradi. Sulla base dei risultati delle termografie, e in analogia con quanto viene fatto per la valutazione della classe di isolamento degli edifici, si è creata una scala lineare di efficienza di isolamento identificata da lettere, dove la classe A è quella con il massimo isolamento mentre la F è quella peggiore. La temperatura è stata misurata dopo 5 minuti e mediata nelle zone anteriore e posteriore. Per definire la classe A si è preso lo scarpone con il massimo isolamento termico tra quelli testati, mentre come F si è presa la situazione ipotetica in cui la temperatura della scarpetta raggiungeva la temperatura di 35 gradi (caso per fortuna mai registrato dalle scarpette testate).

Test sostenibilità

Gli scarponi sono stati valutati per la loro sostenibilità sulla

base dei seguenti parametri:

- presenza di materiale da fonti rinnovabili (non biodegradabile) in scafo e gambetto;

- presenza di materiale riciclato (principalmente nelle suole);

- possibilità di essere disassemblato in caso di potenziale riciclo.

Per il design for recycling è stata valutata la possibilità di poter separare le parti dello scarpone (scafo, gambetto, leve e meccanismi) utilizzando semplici cacciaviti, mentre sono stati valutati in modo negativo la presenza di rivetti per il fissaggio dei punti borchia tra scafo e gambetto e di fissaggio delle leve, di parti stampate con materiali con composizione fisica diversa (bi-iniezioni e sovrastampaggi) e di parti incollate. La presenza dei rivetti inoltre impedisce la sostituzione delle parti in caso di rottura, rendendo necessaria la sostituzione dell’intero scarpone

Flex: testa a testa tra Free e Tour

I test di flex hanno mostrato che la classe con il flex in avanzamento più rigido è quella degli scarponi Free, con una media di 140 Nm a 10°, seguita molto da vicino dalla categoria Tour, con una media di 135 Nm, e da quelle Light, con una media di 105 Nm.

I risultati sono molto vicini a quelli misurati lo scorso anno e indicano una grossa vicinanza tra la rigidità in avanti dei Tour e dei Free. Va tuttavia indicato che, a differenza di tutti gli scarponi della categoria Light che presentano sempre sia lo scafo che il gambetto in materiale a base poliammidica, uno scarpone della categoria Tour (Scarpa 4-Quattro GT con scafo e gambetto in TPU) e alcuni della categoria Free sono composti da parti in poliolefina (per esempio il gambetto di Salomon Shift Pro) o in TPU (scafo e gambetto di K2 Cortex Zonal 140 BOA e Armada AR One 130 MV). Questi materiali sono molto più sensibili alla temperatura perché la loro rigidità aumenta maggiormente al diminuire della temperatura, per cui è ipotizzabile che a 0°C siano di rigidità simili, se non superiori, a quelle degli scarponi completamente in poliammide. Nella categoria Tour i più rigidi in tutte le quattro direzioni risultano essere lo Scarpa 4-Quattro SL, seguito dal La Sportiva Sender, dallo Scarpa Maestrale e dal K2 Dispatch Pro. Nella classe Light il più rigido si rivela essere come lo scorso anno lo Scarpa F1 XT, seguito dal fratello leggermente più morbido F1 GT e dal Tecnica Zero G Peak Carbon. Nella categoria Free la massima rigidità in tutte le direzioni è stata misurata su Scarpa 4-Quattro Pro e Dalbello Cabrio MV Free 120 IF, che risultano più Flex, testa a testa tra Free e Tour rigidi rispetto a tutti gli altri, specialmente nella prima parte della curva, con un andamento che risulta regressivo, in quanto il linguettone comincia fin da subito a dare un forte supporto, rispetto alle strutture overlap degli altri scarponi che hanno un andamento più lineare. Anche altri scarponi con struttura cabrio risultano essere molto rigidi lateralmente e in arretramento (per esempio gli Armada AR One 130 MV, nonostante la struttura in TPU che quindi risente di più della variazione di temperatura). È però da sottolineare che gli scarponi Overlap Free hanno quasi tutti almeno una parte tra scafo e gambetto in TPU o poliolefina che ha un comportamento meno rigido alla temperatura a cui sono stati effettuati i test. Va anche considerato che sono in commercio dei nuovi TPU più rigidi con un andamento meno influenzato dalla temperatura rispetto ai tradizionali TPU utilizzati per esempio negli scarponi da gara di sci alpino. Non avendo informazioni su quale tipologia di TPU sia stata utilizzata, non è possibile fare considerazioni univoche su questo aspetto.

Camminata: meglio i Tour dei Free nonostante la rigidità simile

Per quanto riguarda i test in camminata si osserva come in questo caso ci sia una differenza netta tra le categorie Light (con una media di 17 Nm in avanti e 12 Nm indietro, quasi identici a quelli dello scorso anno), Tour (rispettivamente 24 Nm e 19 Nm, anche in questo caso quasi identici) e Free (rispettivamente 35 Nm e 33 Nm, senza considerare i tre scarponi privi di ski/walk).

In pratica, gli scarponi Tour possono offrire una migliore camminata rispetto a quelli della categoria Free, nonostante la simile rigidità in sciata. I migliori in camminata della categoria Free risultano essere il Dalbello Cabrio MV Free 120 IF, in avanzamento, e lo Scarpa 4-Quattro Pro, in arretramento, con valori vicini a quelli dei Tour. Nella categoria Tour il miglior risultato è nettamente quello del Dynafit Ridge con risultati di altissimo livello (7 Nm in avanzamento e 7 Nm in arretramento) anche paragonati con la categoria Light, dove il migliore risultato è ottenuto dal La Sportiva Kilo, seguito dal Dynafit Blacklight e dai due Salomon MTN.

Termicità: nessuno meglio dei Free

I risultati dei test di termicità hanno mostrato come gli scarponi più pesanti della categoria Free abbiano mediamente un migliore isolamento termico delle loro scarpette con valori sempre in classe A o A/B, mentre nella categoria Tour quattro scarponi sono in categoria A, cinque in categoria A/B e due in categoria B. Nel segmento Light gli scarponi sono tutti in categoria B, tranne il Dynafit TLT X (categoria C) e il Dynafit Blacklight, che è in categoria B/C.

Sostenibilità: solo nelle suole i materiali riciclati

Per quanto riguarda la sostenibilità ambientale è possibile notare che nessuno scarpone tra quelli testati ha materiale riciclato nello scafo o nel gambetto e solo due lo utilizzano esclusivamente nella suola (modelli Salomon MTN). Si nota che il numero di scarponi che utilizzano materiali da fonti naturali sono simili in numero rispetto alla scorsa stagione, dopo l’aumento netto rispetto a due anni fa. La maggior parte di quelli con contenuto rinnovabile si trova nella categoria Tour (sei su dieci). Principalmente si tratta di Pebax RNW e Grilamid Bio (ottenuto da olio di ricino), ma anche TPU nello Scarpa 4-Quattro GT. È fondamentale sottolineare che l’utilizzo di fonti naturali non va a cambiare le proprietà meccaniche e di durata del materiale e che non lo rende biodegradabile.

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